venerdì 26 aprile 2013

Tris di vellutata

Non so se si è capito,
leggendo questo blog,
che a mio marito le verdure non piacciono
(fooorse l'ho scritto un paio di volte..).
Per questo, quando cucino 4 porzioni di vellutata,
è implicito che finiscono tutte e 4 a me.
Per 3-4 sere diventano la mia cena,
ma non sempre uguali,
che barba, che noia, che noia che barba...
no...
perché io ogni sera provo a modificarle un po',
per decidere come mi piace di più,
come decorarle, cosa aggiungere...
per provare, sperimentare...
e alla fine pubblico la versione che più mi ha soddisfatto.
Questa volta è finito in un pareggio.
Tutte e tre le versioni mi piacevano tantissimo,
così ho deciso di postarle tutte!!


Vellutata di asparagi e patate
(per 4 porzioni)
 
Questa è la base dei tre piatti. Avendo trovato al supermercato i primi fasci di asparagi non ho saputo resistere, e li ho "vellutati" la sera stessa. Mi sono basata su questa ricetta qui di Giallo Zafferano.

  • 500g asparagi puliti
  • 1 patata e mezza
  • 800 ml brodo di verdure
  • mezza cipolla bianca (ci andava lo scalogno...ma non sono abbastanza "figa"!!!!ehehe)
  • 2 cucchiai olio Evo
  • 2 dita di vino bianco
  • 2 cucchiai yogurt (io ho usato il mio homemade)
  • sale e pepe

Pelare le patate e tagliarle a pezzetti piccoli. Pulire gli asparagi (eliminando la parte dura alla base) e separare i gambi dalle punte.
Bollire le punte per circa 5 minuti in acqua salata finché non saranno sode e al dente, quindi lasciarle scolare e raffreddare in uno scolapasta.
Affettare i gambi a rondelle.
Affettare anche la cipolla e soffriggerla per qualche minuto in una pentola capiente con l'olio.
Una volta dorata unire le patate e i gambi di asparagi e continuare a soffriggere per 7-8 minuti mescolando con un cucchiaio di legno.
Sfumare con il vino bianco e coprire con il brodo.
Cuocere per 20 minuti a fuoco dolce.  Verso la fine aggiungere lo yogurt, mescolare e continuare la cottura per altri 10 minuti.
Frullare con il minipimer e regolare di sale e pepe.

Versione 1: con crostini
 
versione più golosa e..ahimè meno light. Ma ogni tanto si può!!!

  • un paio di fette di pane (senza glutine casereccio per me)
  • poco burro
  • sale
  • pepe
Tagliare il pane a dadini e rosolarlo in un padellino con poco burro finché non si saranno dorati tutti i lati.
Usarli per guarnire la vellutata insieme a qualche cima di asparago.


 
Versione 2 : con scagliette di mandorle salate
 
Versione più light, ma ugualmente gustosa.

  • una manciata di mandorle
  • sale
  • acqua
  • cime di asparago avanzate
In una tazzina mescolare 3 dita di acqua con un cucchiaio di sale fino.
Mescolare bene e immergervi le mandorle.
Tirarle fuori senza sgocciolarle, disporle subito in una teglia e lasciarle tostare in forno per 3-4 minuti a 200°.
Lasciarle raffreddare pochi minuti e tagliarle a scagliette con un grosso coltello.
Tagliare a pezzettini le cime di asparago avanzate e unirle alla vellutata.
Decorare con le scagliette di mandorle a piacere.


Versione 3: con uovo affogato
 
Dopo aver visto il film "Julie & Julia" mi era rimasta l'attrazione per l'uovo affogato (mai mangiato prima), e così mi sono buttata...  Per qualche strana coincidenza astrale mi è venuto senza fare pasticci (miracolo?!). E' delicato e burroso come mai avrei pensato potesse essere un uovo, e l'abbinamento con gli asparagi...beh si sa che è azzeccatissimo!

  • 1 uovo fresco bio
  • mandorle salate
  • sale, pepe
  • erba cipollina
Rompere l'uovo in un piattino facendo attenzione a non rompere il tuorlo.
Fate bollire dell'acqua in una pentola larga e abbastanza bassa con una piccola sorsata di aceto bianco (aiuta la coagulazione dell'albume)
Abbassare al minimo la fiamma (in modo che l'acqua vibri appena) e versare delicatamente l'uovo.
Con un cucchiaio e la schiumarola cercare di tenere uniti albume e tuorlo.
Lasciar bollire per 1-2 minuti (il tuorlo non deve solidificarsi), poi trasferirlo subito in una vaschetta di acqua fredda per interrompere la cottura.
Disporlo in una ciotolina e accompagnarlo con la vellutata calda.
Salare, pepare, e guarnire con scagliette di mandorle (mi erano piaciute troppo!!) ed erba cipollina.





lunedì 22 aprile 2013

Pancakes e l'ospite dOTTO

Una settimana calda, solare,
di quelle che ti fanno ammucchiare i maglioni nei cassetti,
e tirar fuori le polo a maniche corte,
le camice leggere,
il trench primaverile...
Venerdì sera invece iniziano i tuoni,
la pioggia e l'immancabile freddo.
Il melograno appena piantato nel giardino si piega sotto la violenza del vento,
e io e il verdurofobo siamo costretti a correre fuori a raddrizzarlo.
Nel tornare in casa una scena straziante ci appare davanti agli occhi.
Otto, terrorizzato dai fulmini e completamente zuppo d'acqua,
gratta impaurito alla porta finestra dei suoi affitto-padroni,
chiedendo disperatamente asilo.
Il tempo di scambiarci due occhiate
e siamo già sul pianerottolo a bussare ai nostri dirimpettai.
Chiediamo gentilmente se possiamo invitare Otto a giocare con Keira,
come se fossimo due un po' eccentrici che non sanno cosa inventarsi per far giocare il cane.
Ottenuto l'assenso, corriamo a prendere il povero pelosone,
e lo portiamo in casa per asciugarlo un po'.
Lui è completamente disorientato,
sembra quasi che una casa dal di dentro non l'abbia mai vista.
Si lascia asciugare con un grosso asciugamano
e ci guarda interrogativo
come a dire "Cosa ci faccio qui?".
Gli porgo qualche biscotto,
giusto per fargli ricordare chi siamo,
quelli dei canestrelli e della cagnolina matta...
Lui è ancora inquieto,
sembra cercare qualcosa,
e indica la porta finestra...
Una volta aperta lui si tranquillizza,
il giardino, unico punto saldo della sua esistenza, è a portata di occhio.
Rimane sdraiato davanti alla finestra aperta,
contento e dispensando grandi sorrisi.
Chi non appare molto divertita è Keira,
gelosissima dei suoi pupazzi, delle sue ciotole,
anche un po' del suo pavimento,
che continua a saltellare in giro come una molla
per controllare la situazione.
Dopo aver mangiato, preparo la cena anche ai due pelosi,
mentre il verdurofobo mostra la casa all'attento ospite.
Lui annusa tutto educatamente,
senza neppure tentare di marcare il territorio,
si sofferma un po' sul materassino di Keira,
un po' scandalizzato all'idea di un cane che dorme in casa...
Un po' di riso bollito condito con scarti di pollo e un pezzettino di lasagna avanzata
sembrano essere per lui una cena luculliana,
mangiata con calma e regalità mentre io e il verdurofobo cercavamo di evitare che Keira, finita la sua cena, si offrisse di spazzolare anche quella dell'ospite.
Dopo cena, avendo smesso di piovere,
è stato il turno della corsa in giardino,
pazza e liberatoria come solo i cani e i bambini sanno fare.
E proprio mentre stavamo discutendo su cosa fare,
su con che cuore potevamo riportarlo al suo solitario giardino,
Otto, come un ospite educato, ha chiesto di tornare a casa sua.
Perché dopo anni passati in quel giardino,
quel posto è l'unica cosa cosa che lui possieda,
l'unica che gli sia stata davvero fedele.
Nessuno stupore che non si fidi molto delle persone.
Gli piacciono, ma non le capisce,
non capisce le carezze, le pacchette sul torace,
sa che le persone vanno e vengono,
ma che in genere non restano.
E' triste ciò che si può leggere negli occhi di un cane.

perché ho voluto raccontare questa storia?
perché mi ha colpito, perché credo che la fedeltà,
un valore oggi considerato di poco conto,
un valore da sfigati in un mondo che considera la monogamia una cosa sorpassata,
sia invece una cosa importante,
e che se non si riesce ad essere fedeli neppure ad un essere indifeso come un cane,
a rispettarne i bisogni e i sentimenti,
allora, forse,
sarebbe il caso di rivedere un po' la scala delle proprie priorità.


Un piatto semplice,
non troppo pesante ma gustosissimo,
un classico.
Il sabato, unico giorno in cui ci concediamo una bella dormita fino a tardi,
quando appena alzati un piatto di pastasciutta farebbe fatica ad andar giù,
ci concediamo un piccolo brunch,
con tisana, pancakes e mele.
Il verdurofobo ci aggiunge anche la nutella o la marmellata, che pare si sposino benissimo con queste frittellone...
Li dedico a mia sorella che era una vita che mi chiedeva di fargliele...



Pancakes con le mele
(per 2 persone)

  • 100g farina (io la Mix It)
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 1 cucchiaino lievito per dolci (senza glutine per me)
  • un pizzico di sale
  • 1 tuorlo
  • 1 albume
  • 100g yogurt (magro)
  • poca acqua
  • burro (meglio se chiarificato)

  • 1 mela
  • succo di 1 limone
  • succo di 1/2 arancia
  • 3 cucchiai di zucchero
  • cannella

Iniziare a preparare la mela: sbucciarla e tagliarla a tocchetti piccoli.
Irrorarla con il succo di limone e quello d'arancia, e condire con lo zucchero e un po' di cannella a piacere. Lasciar macerare.

In una ciotola mescolare la farina con il lievito, il tuorlo d'uovo, lo zucchero, il sale e lo yogurt. Aggiungere un po' di acqua finché il composto non è cremoso.
Montare a neve ferma l'albume e amalgamarlo al composto stando attenti a non smontarlo.
In un pentolino da crepes scaldare una "nocciola" di burro e versare due cucchiaiate di composto.
Aiutandosi con una spatolina dare una forma rotondeggiante e cuocere finchè il lato superiore non è sodo e leggermente bucherellato. Girare e rosolare anche l'altro lato senza bruciacchiarlo.
Se usate burro non chiarificato conviene sostituire il burro bruciacchiato con altro fresco tra un pancake e l'altro.
Servire i pancakes con una generosa cucchiaiata di mele e con il loro sughetto.



martedì 16 aprile 2013

Marmellata e biscotti..ma..attenti ad Elisa!

Non so voi,
ma io da piccola ero una credulona colossale.
Qualunque cosa mi venisse detta, io ci credevo.
E dopotutto è anche normale,
il bello dell'essere piccoli
è proprio l'essere ingenui,
il fidarsi sempre di quello che ci viene detto.
Quella che più sfruttava la mia ingenuità era mia nonna materna,
e quando la andavo a trovare,
per farmi mangiare la pappa,
mi riempiva di storie...
Mi raccontava di una fantomatica Elisa,
bambina del vicinato,
che aveva visto la mia bicicletta rosa in giardino
e la voleva a tutti i costi...
Io, con gli occhi sbarrati, la ascoltavo e mangiavo,
terrorizzata all'idea che questa Elisa mi fregasse la bici..
Tutte le volte che andavo dalla nonna,
la storia si arricchiva di dettagli,
perché io volevo sapere, volevo sempre di più.
E tutte le volte che chiedevo
"Ma è venuta l'Elisa?",
mia nonna mi raccontava di questa bambina
che desiderava le mie cose e cercava di rubarle...
Poi sono cresciuta,
e a questa Elisa non ci ho più pensato..
fino a Pasqua, quando mia nonna ha pensato bene
di divertire tutti con le mie ingenuità infantili...
Ora..io lo so che quelle che mi venivano raccontate erano solo storie
inventate per farmi mangiare,
ma ero convinta che un'Elisa esistesse davvero,
forse una volta mi era stata pure indicata...
Invece no, mia nonna ridendo ha infranto le mie certezze di bambina...
Ci sono rimasta malissimo!!!

Ora sono adulta, ma mia nonna continua a cercare di rifilarmi storie,
o forse è perché sono diventata sospettosa e non credo più a nulla
(grazie tante nonna!!!),
ma quando settimanalmente mi arrivavano le arance di Sicilia
mandate da lei
(che, specifico...non abita a Palermo ma a Varese...),
ho sempre preso questo "di Sicilia" un po' con le pinze...
Quando l'ho incontrata,
mi ha narrato la storia del tizio che gliele vende,
e di come prenda tutte le mattine il traghetto dalla Sicilia,
giusto per portarle le arance...
Ora...sarò cinica, nichilista, sospettosa,
ma la sensazione che mi si stia prendendo per i fondelli è alta...
Ma, giusto per farla contenta, fingo di crederci,
sembro anche un po' sbalordita di fronte a tanta costanza...
In fondo il pensiero è gentile...

In ogni caso, che siano di Sicilia o meno,
queste arance sono buonissime,
succose, saporite e con la buccia spessa...
Ideali per spremute, macedonie, e per le scorzette d'arancia,
che oramai sono un must in casa mia.
Ho notato però che il verdurofobo ultimamente ha sviluppato una dipendenza per certi biscottini all'arancia e cioccolato che compra al Piccol (per vari euro)...

Sono come dei piccoli pan di spagna sottili e rotondi, con uno strato di marmellata di arance e una sottile lastra di cioccolato.

foto web
Ne va matto, e col fatto che contengono cioccolato si sente libero di non dividerli col cane...
Ho deciso così di utilizzare la montagna di arance che stazionano nel frigo per preparare una buona marmellata, e di realizzare dei fac-simile di questi biscottini..
Di marmellata me ne è venuta un sacco, molto buona anche da spalmare sul pane, sui pancake, o da gustare in purezza dalla punta di un cucchiaio.
Mi sono basata sulla ricetta di Homemade.

Marmellata di arance
(per 6 vasetti)

  • 2 kg arance intere  (più o meno 6-7 grosse)
  • 2 limoni
  • 800 g zucchero
  • 1 cucchiaio estratto di vaniglia
  • 5-6 semini di cardamomo
  • 700 ml acqua
 
Iniziare sterilizzando i vasetti e i tappi: Lavare bene i vasetti con acqua calda e detersivo. Foderare una pentola capiente con un asciugapiatti pulito e inserirvi tra le pieghe i vasetti (in modo che non si urtino in cottura). Riempire d'acqua, portare ad ebollizione e lasciar bollire per 30 minuti.
Una volta pronti, toglierli dall'acqua con delle pinze da cucina (io, non avendole, ho fatto un piccolo circo con una forchetta e un cucchiaino.... vasetti illesi per fortuna!) e lasciateli raffreddare capovolti.

per la marmellata:
Lavare bene le arance e i limoni con acqua calda. Con un pelapatate, un coltellino o l'apposito strumento, tagliare la buccia delle arance a striscioline sottili tipo julienne (devono essere prive della parte bianca e amara) e mettetene da parte 100g.  Metterle in un pentolino e farle bollire per 20 minuti, poi scolrle e lasciarle raffreddare in acqua fredda.
Con un coltello o un pelapatate affilato pelare a vivo le arance, tagliarle a metà e togliere i fialmenti bianchi interni.
Metà delle arance tagliarle a pezzi e frullarle nel mixer, l'altra metà tagliarla a pezzetti piccoli.
Metterle entrambe in una ciotola e unire il succo dei limoni, l'estratto di vaniglia e i semini di cardamomo. Lasciare macerare un'oretta.

In una pentola alta e capiente versare lo zucchero e l'acqua, e far bollire per 10minuti in modo da ottenere una specie di sciroppo. Aggiungere quindi le arance macerate (a cui avrete tolto i semini di cardamomo) e le striscioline ottenute dalle scorze. Mescolare e lasciar bollire a fuoco medio (non troppo basso se no ci vorrà una vita, ma non troppo alto per non far scurire lo zucchero) per circa 1 ora e mezza.  La marmellata sarà pronta quando, versandone una goccina su un piattino e inclinandolo, questa faticherà un po' a scorrere. Se la volete più densa aumentate i tempi di cottura, ma considerate che una volta fredda diventerà più densa.
(Io verso la fine ho aggiunto anche 2 dita di Grand Marnier...tanto per gradire...)

Una volta pronta versatela caldissima nei vasetti quasi fino all'orlo, chiudeteli bene coi tappi e fateli raffreddare capovolti.




Biscottini con marmellata di arance e cioccolato
(per 30 biscottini)

Invece dei tondini di pan di spagna ho preferito fare dei biscottini friabilissimi non molto dolci, per non rendere troppo stucchevole l'abbinamento con la marmellata. Questo spiega le esigue quantità di zucchero...

  • 200g farina di riso (easyglut per me...se non siete intolleranti usate pure la 00 normale)
  • 125g burro freddo
  • 2 cucchiaini di zucchero
  • 1 cucchiaino di sale
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia (o di scorza di limone grattuggiata)
  • 5-6 cucchiai di acqua fredda fredda
  • 1 vasetto e mezzo di marmellata di arance
  • 170 g cioccolato fondente (senza glutine per me)
Tagliare il burro freddo a pezzettini e amalgamarlo con le dita alla farina, zucchero e sale, velocemente in modo che non si fonda col calore delle mani. Ne risulterà un composto sbricioloso e poco omogeneo. Unire un cucchiaio di acqua alla volta, fermandosi appena il composto diventa lavorabile. Troppa acqua vi darà un composto appiccicoso, quindi non esagerate.
Formare un cilindretto di pasta, come per i lemon meltaways, e lasciarlo in freezer per 10 minuti a solidificare.
Intanto sciogliere a bagnomaria il cioccolato, e con una sac-a-poche fare come delle monete(che abbiano lo stesso diametro del cilindretto di pasta) su dei fogli di carta forno. Fatene una trentina circa e lasciarli riposare in frigorifero.
Scaldare il forno a 180°.
Prendere il cilindretto di pasta e con un coltello affilato tagliare dei biscottini di mezzo centimetro circa di spessore. Posizionarli su una teglia coperta di carta forno e cuocerli per 13-15 minuti circa (per me 18 col mio forno mongolino) finchè non saranno leggermente (ma poco poco) colorati sui bordi.

Lasciar raffreddare per 20 minuti circa, poi stendervi sopra un velo di marmellata (io ho un po' esagerato...dopo ne ho tolta un po' perché non li volevo troppo dolci) e completare con le "monete" di cioccolato fondente.
 
 


 

lunedì 8 aprile 2013

un biscOTTO speciale

Oggi, OTTO aprile, vi vorrei parlare di una persona speciale..

foto web


Quando si cambia casa
è sempre bello conoscere i nuovi vicini.
Spesso sono gentili, rumorosi, fastidiosi, ospitali...
ce ne sono di tutti i tipi...
ma uno così, giuro, non l'avevo mai avuto!
Si fa chiamare Otto,
ma noi, con rispetto, lo chiamiamo Sig. Ottone,
anche se non è proprio il tipo da grandi cerimonie.


E' stato il primo a darci il benvenuto, ancora prima che traslocassimo.
E' un po' il portiere del palazzo,
un simpatico vecchietto un po' sordo
che si occupa di avvisare gli inquilini di ogni nuovo arrivo.
Ovvio...la mancia è obbligatoria, ma dopotutto
uno non lavora mica gratis..
se poi gli porti un piattino di canestrelli,
allora sei sicuro di farti un amico per la vita.
A Keira piace molto,
anche perchè qualche canestrello
regolarmente finisce anche nella sua boccaccia ingorda...
Eccolo qui:
*********




Questo bel pelosone
dall'aria alegra e tontolona,
non ce l'ha un padrone.
Lui  è di tutto il condominio,
quindi un po' anche nostro..
Come ogni cane da caccia è stato preso da qualche cacciatore,
ma pare che la sua indole tenerona, o il suo fiuto non eccellente,
non andassero bene...
Si è rirovato presto in canile
ed è stato adottato da una famiglia che abitava nel nostro complesso.
Non so esattamente cosa passi nella testa delle persone,
fatto stà che quando questa famiglia si è trasferita,
ha pensato evidentemente che il cane non valesse un ulteriore viaggio...
e lui è rimasto da solo nel suo giardino.
Per un anno.
L'intero condominio si è diviso tra passeggiate in ogni momento libero,
spuntini, pappe...e qualche vizietto di tanto in tanto.
Ora l'appartamento di Otto è stato affittato,
e penso che lui fosse stato inserito nel contratto d'affitto...
Lui continua a stare nel suo giardino.
Lui è cane di tutti quelli che hanno qualche minuto da dedicargli...

Piccolo Otto, sordo come una campana,
con i merli che gli svolazzano intorno alla ciotola
a rubargli le crocchette
perché lui è troppo buono per cacciarli.
Lui, che se non hai un biscotto,
almeno una carezza la vuole...
Questi li ho fatti per lui
(e sì, un po' anche per Keira
che è gelosissima!!!),
perchè quando alla mattina esco di casa
e lo vedo lì appostato,
con le orecchie che gli tremano dall'emozione
(giuro! lo fanno davvero!!!)
non posso non passargli un dolcetto..

Non so da dove venga la ricetta...me l'ero segnata un sacco di tempo fa, e comunque l'ho modificata un po'....
Somigliano molto ai Lemon Meltaways, ma sono leggermente più consistenti.
Io li ho fatti un po' grossi, perché volevo dei bei biscottoni grandi.
Sono molto semplici,
ma a volte si ha proprio voglia di questo,
di cose semplici...
Sono stati apprezzati anche dalla parte "umana" della famiglia!!!

Simil-canestrelli alla vaniglia
(per 20-25 biscotti)

  • 150g farina di riso (io Easyglut)
  • 150g fecola di patate (da prontuario AIC)
  • 150g burro
  • 2 uova grandi (servirà solo il tuorlo)
  • 70g zucchero a velo + un po' per la copertura esterna
  • estratto di vaniglia
  • una presa di sale
Far scaldare dell'acqua in un pentolino e, appena bolle, lessare le uova per 10 minuti.
Una volta pronte, far raffreddare un po' e con un coltello e un cucchiaino estrarre i tuorli.
Metterli in una ciotola e schiacciarli bene con una forchetta.
Aggiungere la farina, la fecola, il burro tagliato a pezzetti e lo zucchero a velo. Amalgamare velocemente con la punta delle dita (il composto rimarrà un po' sbricioloso, ma è giusto così).
Formare un rotolo con l'impasto e lasciarlo in freezer per 10 minuti (o in frigorifero per 20).
Una volta indurito tagliare il rotolo a fettine di circa 1 cm di spessore e disporle sulla teglia rivestita di carta forno.
Cuocere a 180° per circa 20 minuti (non devono dorarsi).
Lasciar raffreddare e rotolarli nella farina.

Con questi biscOTTI partecipo al contest di Mela's kitchen dedicato alla vaniglia:





venerdì 5 aprile 2013

Vellutata. What else?

Vento, pioggia, freddo, neve,
poi caldo, sole, ri-freddo, grandine,
e di nuovo ri-pioggia, caldo, nebbia.....
il tempo in questo periodo sembra una pallina rimbalzella
che non sta mai ferma
e non smette più di saltellare...

Sarà il tempo,
sarà l'abbuffata pasquale che si fa ancora sentire,
sarà il ricordo della vecchiettina malefica (!)...
ma la fame è notevolmente calata.
Anche la parte canina della famiglia è inappetente:
l'altro giorno mi sono sentita chiamare da un verdurofobo preoccupatissimo
- Keira non sta bene, bisogna portarla dal veterinario!! -
e io - Cos'ha?-
- Sto facendo merenda...E NON CERCA DI RUBARMI LA BANANA!!!! -
Oh beh...non è un bel segno..
soprattutto per un cane già magrissimo di costituzione,
ma conosco la mia polla...
Tiro fuori la scatola dei canestrelli,
il sogno proibito di qualunque cane,
e vedo che la golosità ha la meglio...
Dopo un paio di giorni di pappa lasciata lì,
e un paio di corsette a perdifiato nel parco,
la fame è tornata prepotente...
e anche l'amore per le banane...

Per riscaldare queste fredde serate
avevo voglia di qualcosa di caldo,
di coccoloso..,
ma di leggero...
così è nata questa vellutata,
una delle migliori che abbia mai fatto..
Adoro il sapore dello zafferano,
fosse per me lo metterei anche sul gelato
(anzi...bella idea...me la segno...),
e le chips di porro rendono tutto più croccantino e sfizioso...
Proprio buona, perfetta per riscaldarsi,
ma anche per coccolarsi.

Le dosi sono per 4 porzioni...
ma a me è bastata solo per 2 sere...
il bis era doveroso..
(alla faccia dell'inappetenza!!!)


Vellutata di zucchine allo zafferano con quenelle di ricotta e porri croccanti
(per 4 porzioni)


  • 2 zucchine
  • 1 porro
  • 1 grossa patata
  • 500 ml acqua
  • 150g circa di ottima ricotta (più o meno 5-6 cucchiai)
  • mezza bustina di zafferano
  • qualche cubetto di pancetta dolce (senza glutine)
  • 4 cucchiai di parmigiano
  • sale
  • pepe nero
  • mezzo cucchiaino di dado homemade (o mezzo cuore di brodo Knorr vegetale)
  • poca farina di riso
  • olio di semi (di soia per me)
  • olio Evo
Affettare finemente la parte bianca del porro e farla soffriggere con poco olio Evo e un po' d'acqua.
Unire le zucchine lavate e tagliate a tocchetti piccoli ed aggiungere l'acqua con il dado.
Lasciar bollire per 20 minuti.

Intanto pulire bene e affettare gli anelli verdi del porro (quelli all'estremità opposta della parte bianca). Passarli velocemente nella farina e friggerli nell'olio di semi per pochi secondi (bruciano subito). Scolarli e asciugarli bene con della carta assorbente.
Rosolare in un pentolino i cubetti di pancetta finchè non saranno ben colorati.

Trascorsi i 20 minuti di bollitura aggiungere 1 o 2 cucchiai di ricotta, lo zafferano (non omettetelo...da un profumo e un sapore celestiale!!) e i cubetti di pancetta rosolati.
Lasciar bollire ancora 5 minuti e poi fullare con il minipimer.
Regolare di sale e pepe.

In una ciotolina amalgamare velocemente 4 cucchiai di ricotta con il parmigiano, sale e pepe.
Utilizzando 2 cucchiai formare 4 quenelle.
Versare la vellutata nelle cocottine  e decorarle con le quenelle di ricotta e un po' di porri fritti.


mercoledì 3 aprile 2013

Vecchiette cattive e trecce riciclate

Pasqua. * *
A Natale si dice "siamo tutti più buoni",
si dirà anche a Pasqua?
No.
Ve lo dico io.
Non tutti.
LEI no.
LEI non lo è neanche a Natale,
neanche a Capodanno, Carnevale,
neanche all'Epifania,
LEI.
Oramai una presenza fissa della Pasqua.
Ai pranzi in famiglia,
al di là dell'enorme tavolata,
al di là degli stuzzichini
e di quella soffice ciambellona con le uova sode
che io ho solo potuto guardare,
al di là c'era LEI.
LEI,
così anziana e così piccina,
così sottile e fragile,
come un piccolo e delicato piatto di porcellana fine.
La pelle bianchissima e le gote rosse,
una voce flebile e pacata,
quasi un sussurro.
Non può non ricordare le nonnine delle fiabe,
quelle sempre buone e gentili con tutti,
quelle che preparano mantelline rosse per le nipoti...

Poi,
per caso,
qualcuno dei flebili sussurri di LEI giunge al tuo orecchio,
sussurri che parlano di arabi che bruciano all'inferno,
di campi rom che sarebbero da prendere a fucilate,
di stranieri da deportare...
Tu la guardi un po' stranita..
Avrò sentito male..
Avrò sicuramente frainteso...
Probabilmente è RadioNeoNazismo che ha intercettato per sbaglio le mie onde acustiche...
E invece LEI continua
con gli occhietti che si infervorano
per ogni "infedele" che muore nei suoi racconti...
Di contraddirla non se ne parla...

L'ovetto di Pasqua senza glutine
è andato giù un po' amaro...

Un po' amaro è stato anche il taglio della treccia,
sì, la famosa treccia,
quella che doveva segnare la mia rivincita...
Ebbene, all'ultimo sono stata un po' codarda,
e ho modificato l'impasto..
ho voluto andare un po' più sul sicuro..
Risultato?
Appena sfornata era bella, buona
e, dopo averne staccato un angolino,
ho potuto constatare che era anche soffice...
EVVAI!!!
La mattina dopo (l'avevo sfornata a mezzanotte)
la scarto dalla pellicola con cui l'avevo amorosamente avvolta
e...
secca e dura
come se avesse minimo un mese...
Ok, Treccia,
Trecciolina seccolosa,
per ora siamo 2 a 0 per te...
ma alla fine l'avrò vinta io!!!!

La ricetta della treccia non la metto...
a meno che qualcuno non sia interessato
ad una bella treccia di pane dolce
da mangiarsi alla svelta
prima che si secchi irrimediabilmente...
Tuttavia grazie alla santa Arabafelice
(che fra un po' mi citerà in giudizio
per tutte le ricette che le copio)
la treccia è diventata pudding....
Avvolte da una bella cremina e da zucchero di canna,
anche le stoppose fette di treccia fanno la loro figura!!!

n.b. la dimensione della teglia, o la quantità degli stampini monoporzione dipende da quanta treccia/pane/panettone/colomba avete da riciclare....



Pudding di treccia stopposa
(dell'Arabafelice)

  • 4 uova
  • 500 ml panna fresco
  • 500 ml latte fresco
  • 150 g zucchero
  • scorza grattuggiata di 1 arancia
  • 2/3 cucchiai zucchero di canna
  • fette di pane/panettone/colomba/treccia....

Scaldare in un pentolino la panna con il latte.
Una volta portati a bollore, spegnere il fuoco e aggiungere la scorza d'arancia.
In una ciotola sbattere le uova con lo zucchero.
Una volta ben amalgamati versare il composto nel pentolino con il latte e la panna.
Far cuocere a fuoco medio-basso per 5 minuti mescolando spesso. (non preoccuparsi se il composto risulterà un po' liquido)
Foderare una piccola teglia (o degli stampini monoporzione) con le fette di treccia (nel mio caso) tagliate a pezzettini piccoli. Versarvi sopra qualche mestolo di crema in modo da coprirli.
Ricoprire un altro strato di pezzettini di treccia e versarvi sopra altra abbondante crema.
Spolverizzare la supeficie con lo zucchero di canna.
Far cuocere in forno a bagnomaria per 35-40 minuti (per il mio forno 50..) a 160°.
Lasciar raffreddare completamente e...servire.